La Provincia di Trapani, 2.462 km²,
circa 500.000 abitanti, 24 comuni, occupa la cuspide occidentale
della Sicilia, tra il Golfo di Castellammare ed il corso inferiore del fiume
Belice. Le sue coste,
protese nel Mediterraneo, verso l'Africa, sono tra le più
incantevoli e incontaminate della Sicilia e per le varie e splendide
isole che ne fanno da corollario al territorio della Provincia,
"Pantelleria di origine vulcanica, Egadi e Stagnone".
Numerosi altri ambienti di interesse
vegetazionale, faunistico e paesaggistico, offrono a chi la visita
fortissime emozioni. Dal punto di vista paesaggistico e
naturalistico, si presenta molto differenziata: ora, in profondi
litorali sabbiosi, aspre scogliere, zone palustri, antiche lagune,
saline, delta fluviali, corsi d'acqua, ora da verdeggianti, ondulate
vallate, ora da aspre vette, talune delle quali superano i 1.000
metri di altezza. Parecchi di questi ambienti
costituiscono degli unicum di interesse biologico, perciò
sottoposti a diversi vincoli di tutela, tendenti alla salvaguardia
dei caratteri naturali. Si tratta di un vasto complesso
di aree protette, composto da 12 Riserve Naturali, pari a
circa 11.000 ettari, a cui vanno aggiunti altri ettari del demanio Forestale
Regionale.
L'area centrale presenta delle colline,
anch'esse di alto valore paesaggistico, caratterizzato com'è da
ampie distese a vigneto e oliveto ed in minore misura da colture erbacee.
Nel sud della provincia, invece, il
paesaggio si fa quasi africano. E' il regno della sabbia, delle
dune, modellate ogni volta dallo "Scirocco", fra le quali
crescono "Agavi e Ginestre".
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Trapani:
Panorama
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Dolce:
La cassata
Siciliana
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Sul Monte San Giuliano (mt.751 s.l.m.),
sorge la cittadina di Erice, una delle più rinomate stazioni
di soggiorno della Sicilia, per la quiete delle sue case e delle sue
viuzze medioevali, gli immensi panorami che offre. Fu Erix dei
Sicani e degli Elimi, l'Harucas dei Punici, l'Erico dei Romani, la
Gebel-Hamid degli Arabi, infine dei Normanni. E' l'unica
città siciliana abitata sin dalla preistoria.
Bellissimo è il panorama che si estende
a vista d'occhio, sull'intera provincia, i monti agrigentini e
ancora sino alla provincia di Palermo, ad Ustica, alle Egadi, a
Mozia, talvolta a Pantelleria e nelle giornate di particolare nitore sino a Capo Bonn in Tunisia. Erice è stata insieme
a Segesta, Mozia, Panermo e Solunto, caposaldo della civiltà
Elimo-Punico-Fenicia. L'importanza strategica di Erice viene
evidenziata anche dalla possente cinta muraria e ruderi di
castelli.
Se il mito ha la forza di valore e nasconde
i messaggi della Storia, non è un caso che esso vuole i fuggiaschi
da Troia, riparare nell'estremità della Sicilia occidentale. La
tradizione vuole che i suoi superstiti, guidati da Enea, approdarono
nel territorio trapanese, precisamente sul litorale ericino
"Pizzolungo", dove si innesta vivido e immanente il mito
legato ai "Ludi di Enea". Al centro di una radura, sempre
di Pizzolungo, si può notare la cosiddetta "Stele di
Anchise", dedicata al padre di Enea, eroe troiano.
Notissimo a livello mondiale, il "Centro di cultura scientifica
Ettore Maiorana".
Prospiciente la costa trapanese, le
perle della provincia, le isole di Favignana, Marettimo e
Levanzo.
Favignana che i greci chiamarono
"Aegusa" ed in epoca medievale prese il nome attuale dal
vento Favonio, vista dall'alto assomiglia ad una grande farfalla
posatasi placidamente nelle acque mediterranee, acque che ancora
oggi evocano vicende di storia e di mito, che celano i segreti di
antiche battaglie, come la drammatica "Battaglia delle
Egadi" del 241 a.c. combattuta fra romani e cartaginesi, con la
totale distruzione, da parte dei romani della flotta cartaginese;
voci, canti e grida delle genti di mare impegnate in mille e mille
"mattanze", l'antica e tradizionale pesca del tonno
appresa dagli Arabi. Il suo tufo, insieme con la pesca,
ha rappresentato nel passato, una delle più importanti risorse
economiche dell'isola. Le cave di tufo ancor oggi testimoniano la
fatica e il lavoro dei cavatori, dei tagliatori di tufo e dei
carrettieri. E' sempre ritenuta la Regina delle Tonnare con le sue
mattanze che si svolgono da Maggio-Giugno.
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Favignana:
Cala
Azzurra
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Levanzo:
Grotta
del Genovese
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Marettimo:
Panorama
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Di fronte alla costa settentrionale di
Favignana, affiora l'isola di Levanzo, dai fondali ricchi di
testimonianze archeologiche, la cui antichissima origine si scopre
visitando la "Grotta del Genovese" ed osservando le
pitture Neolitiche di 5.000 anni fa.
A chiudere il triangolo incantato delle
Egadi, Marettimo, la più lontana e la più selvaggia, con le
sue splendide grotte, i sentieri di montagna, che offrono al
visitatore di ritrovarsi in perfetta simbiosi con la
natura.
Nel tratto di mare tra Levanzo e Trapani ancora
due isolette Formica e Maraone, spoglie di vegetazione, con altra tonnara e faro.
In mezzo al Canale di Sicilia galleggia
la più grande delle isole trapanesi, la vulcanica Pantelleria.
Ancora
oggi il suo vulcano fa sentire la sua presenza. Continuano infatti,
su tutto il suo territorio fenomeni vulcanici secondari, getti di
vapore acqueo con temperature altissime, sfruttate per saune. E'
famosa per la coltivazione dei capperi, vigneti che fanno il famoso
zibibbo e il non meno famoso moscato passito. Esiste un aeroporto
collegato con Trapani.
Prospiciente il tratto di costa
Trapani-Marsala, troviamo le isole dello Stagnone, comprendendo
l'isola Grande e le isolette di Santa Maria e San Pantaleo, sulla
quale sorgeva l'antica Mothia, un piccolo miracolo naturale e
archeologico. Famoso il suo Cotbon, rarissimo esempio di porto
artificiale Punico, l'unico della Sicilia. Fu fondata dai
Fenici di Tiro attorno all'VII sec. a.c. , guadagnando ricchezza
commerciale. Fu distrutta dal tiranno di Siracusa Dionigi
I nel 197 a.c. E' sede della casa dei Mosaici e di un
Atelier di vasai, con pozzi e forni per la lavorazione della
ceramica; una necropoli arcaica, dove i corpi venivano cremati ed
infine il museo "G. Whitaker", che conserva la più consistente
raccolta di manufatti Fenicio-Punico della Sicilia. Mothia con
la bassa marea si può raggiungere a piedi, sul pelo dell'acqua,
percorrendo le poche centinaia di metri che la separano dalla terra
ferma.
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Mothia:
Veduta
aerea
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Mothia:
Maschera ridente
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Marsala: Capo
Lilibeo
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La seconda città della provincia ma
prima per numero di abitanti, è Marsala, per gli Arabi
Porto di Alì. Sorge su un promontorio roccioso del Lilibeo,
12 mt. s.l.m., posto all'estremità occidentale della Provincia.
Mercato agricolo, con industrie vetrarie, dei laterizi, alimentare e
quelle tipiche dei vini, celebri in tutto il mondo. Fondata
dai Cartaginesi il 397 a.c. sul luogo di un precedente insediamento
moziano. Il suo nome è legato al ricordo dello sbarco
dei Mille e forse non meno per il suo famoso vino. Resti di
costruzioni puniche-romane, normanne, arabe e spagnole tra le quali sono di
particolare interesse la necropoli di età punica, la villa romana
con i suoi stupendi mosaici, il Battistero Cristiano del V
sec. . Nel suo museo si trovano i resti di una nave
punica, ricostruita, trovata nei fondali del mare di Mothia.
Di seguito a Marsala, sempre sulla
costa, troviamo Mazara del Vallo, anche lei un buon centro
vinicolo, ma importante soprattutto per il porto canale, formatosi
alla foce del Mazaro e nota già dai fenici, porto sempre gremito
dalla flotta peschereccia, tra le più numerose e importanti del
mediterraneo. La città sorge tra Capo Boeo e Capo San
Marco. Mazara fu per secoli capoluogo di quella parte della
Sicilia occidentale tuttora chiamata Val di Mazara ed assai più
vasta quindi della vera valle del fiume, corrispondente pressappoco
all'attuale provincia di Trapani.
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Mazara del Vallo:
Il
porto canale
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Castelvetrano:
L'ulivo
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Selinunte:
Il Tempio
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Più all'interno su una specie di
terrazzo, tutto coltivato a vigneti e uliveti, troviamo Castelvetrano,
che nel suo territorio include il grandioso centro archeologico
della greca Selinunte e giacimenti di metano. L'enfasi e la
meraviglia che destano le rovine di Selinunte, sono
proverbiali. E' un immenso cumulo di colonne crollate e non.
Di fatto l'eccezionalità di Selinunte è la vasta quantità delle
sue rovine, dalla loro mole e dal loro pregio, tutti elementi che
è difficile rintracciare in altre parti del mondo occidentale. La
più occidentale delle colonie greche in Sicilia, nella zona fra gli
Elimi di Segesta e i Punici di Mothia, venne distrutta dai
cartaginesi. Famose le Cave di Cusa, la più suggestiva
fabbrica naturale di materiale da costruzione d'epoca greca, dove
venivano tagliati cilindri di colonne già pronti per essere
trasportati a Selinunte.
Esatto contrario di Selinunte, labirinto
di rovine, Segesta, arroccata sul monte Barbaro, con un tempio
maestoso, vuolsi non portato mai a termine, di origine dorico; il
teatro, conchiglia sospesa nel vuoto, proprio in cima al monte di
fronte al monte Inici, in direzione del meraviglioso golfo di Castellammare,
del quale si intravede, nelle giornate terse, l'orizzonte marino,
dato che questo gioiello architettonico gode di una posizione
impareggiabile. Segesta era la più importante tra le città
Elime; punto di riferimento non solo agli Elimi stessi ma anche di
Erice, Entella e dei punici, attestasti alle parte occidentale
dell'isola e sempre impegnati a contrastare le mire espansionistiche
della bellicosa Selinunte.
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Segesta:
Il Teatro
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Selinunte:
Il Tempio Dorico
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Come si evince dai cenni storici, la
provincia di trapani, era divisa tra elimi, fenici e arabi nella
parte nord e nella parte sud dalla greca Selinunte. Nel territorio del
comune di Partanna, si trova un sito di età neolitica con tracce di
opere d'idraulica grandiose per l'epoca, che lasciano presupporre la
presenza di un notevole bagaglio tecnico.
In tutta l'area del basso Belice,
vengono fuori giacimenti che vanno dal Paleolitico inferiore "comuni
di: Salemi - Santaninfa" e di Castelvetrano all'età del bronzo.
Nel territorio di
Mazara del Vallo, sulla sponda destra del fiume Mazaro, si trova, in
contrada Miragghianu, uno dei più importanti ipogei del sud, si
tratta comunque di siti nascosti, in aperta campagna, talvolta
difficilmente accessibili.
Percorrendo la costa nord, da Trapani a
Castellammare del Golfo, su suggestivi itinerari stradali, che
consentono di scoprire bellezze incomparabili, come Custonaci con le
sue cave di marmo, "il Perlato", Castelluzzo e la rinomata spiaggia di
San Vito Lo Capo e i monti di origine calcarea che circondano tali
siti, come monte Cofano, Scardina, Capo San Vito, Inici e lo
Zingaro. Tra le più ampie e incantevoli insenature della Sicilia, il
Golfo di Castellammare, annovera siti tra i più belli del trapanese
e su tutti il tratto costiero dello Zingaro, una delle perle più
preziose dell'isola intera. Il paradiso naturale
miracolosamente integro nella sua impareggiabile primitiva
bellezza. Un sito di perle lungo 7 km.; una continua teoria di pareti a picco sul mare, aspri
promontori, magnifiche calette, spiaggette dorate, antri e cunicoli
sottomarini, bassi scogli che si specchiano in un mare incontaminato;, nella grandiosa grotta
dell'uzzo, ha avuto sede uno
dei primi insediamenti preistorici della Sicilia.
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Scopello:
La Tonnara ed i
Faraglioni, Ph. S. Maimone
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Castellammare:
Il Golfo e le sue
luci
Ph. S. Maimone
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Rientrando verso Trapani dall'interno
della provincia non si può non ricordare Calatafimi dove i Mille
iniziarono le loro battaglie per la costituzione dell'Italia.
Non si possono non ammirare le vallate e le colline piene di
verdeggianti vigneti e oliveti e la montagna Grande con la sua
pineta piena di piante sparite dal territorio trapanese.
Dalla provincia di Trapani si esportano
in gran parte del mondo, vini, olio e sale, capperi, agrumi,
fichidindia, pasta alimentare, pesce inscatolato, "tonno" e
marmi "perlato di Custonaci".
E' una provincia fortemente sismica; nel
1968 un violento terremoto distrusse completamente il comune di
Gibellina, danneggiandone altri, comuni tutti compresi nella valle del Belice.
Ancora oggi molte famiglie vivono in baraccopoli.
Il clima è tipicamente mediterraneo con
estati calde e secche e inverni miti e piovosi nell'interno della
provincia.
2001
© A. Di Lallo
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