DESCRIZIONE

Isola di Favignana

 L'isola del Sole e dei Venti

Autore: Antonio  Di Lallo nato a Petrella Tifernina - CB il 15.02.1929

   Di fronte alla costa occidentale di Trapani, lambite da un mare non molto profondo  ma unico per i suoi svariati colori troviamo "Le Isole Egadi" una delle ultime Riserve Marine. La principale è l'isola di Favignana, (attuale nome dal vento predominante il Favonio), con una superficie di circa  20 kmq. .

   L'isola, di aspetto collinoso, è attraversata nel punto della sua maggiore larghezza (km.4,3), dal costone della Montagna Grossa, che si estende da nord a sud e culmina con il Monte S. Caterina (302 mt. s.l.m.), ad est e ad ovest del costone si trovano due zone pianeggianti: la Piana (più accessibile e abitata, centro abitato) e il Bosco (poco accessibile e poco abitato).  Sta per essere ultimata una galleria di collegamento alle due piane.

  E'  paragonata ad una grande "Farfalla sul Mare".  L'isola è collegata solo via mare da traghetti ed aliscafi.

  Nel suo mare, la storia ci ricorda, che nel 241 a.c.  fu combattuta la "battaglia delle Egadi" una sanguinosa battaglia navale tra Romani e Cartaginesi, che pose fine alla "I Guerra Punica" con la vittoria dei Romani, guidati dal pretore Publio Valerio Flacco.  Omero nella sua Odissea l'ha chiamata "L'isola delle capre".

  Favignana da sempre è "l'Isola del Sole e dei Venti".  Sin dai tempi remoti è stata ed è la "Regina delle tonnare".  Nel XV sec. fu trasformata in "baronia delle tonnare" e assegnate a Giovanni de Karissima. L'arcipelago fu acquistato nel XVII  sec. dai Pallavicini Rusconi di Genova  é  venduto nel 1874,  per due milioni di lire, alla potente famiglia palermitana dei Florio, sotto i quali l'attività legata alla pesca del tonno appresa dagli arabi continuò ad essere una voce economicamente molto attiva.  

  La cosiddetta  Mattanza, spettacolare ma drammatica nello stesso tempo è forte richiamo turistico. Si svolge ogni anno nei mesi di Maggio Giugno. Può capitare di essere svegliati all'alba dal vociare dei tonnaroti che guidati dal Rais, escono in mare per ripetere  il rito antico della pesca del tonno eseguendo  gli stessi gesti, pronunciando le stesse preghiere, cantando le stesse "cialome" da secoli e secoli, un rito che ha in sé qualcosa di sacro. 

Favignana,   momenti della mattanza.     Ph. S. Maimone

   Per coloro che scelgono il traghetto, Favignana "La Perla delle Egadi" appare a sinistra con il suo alto fianco roccioso e rovinoso (vecchie cave tufacee). Bisogna calarsi nelle innumerevoli profonde cave di tufo (pietra arenaria bianca), per così notare ancora oggi i segni del lavoro manuale dell'uomo ed ammirare altresì le piante di capperi in fiore "bianco azzurro" che le ornano.  Il tufo ha rappresentato in passato, insieme con la pesca e l'agricoltura, una delle più importanti risorse economiche per la gente di Favignana.  Il tufo favignanese "cantuni", tagliato a blocchi veniva infatti esportato in tutta la Sicilia ed in nord Africa. Oggi le cave di tufo, nella zona orientale dell'isola (la piana), contribuiscono a rendere il paesaggio estremamente singolare ed originale. Le cave a cielo aperto della zona di S. Nicola testimoniano ancora oggi la fatica ed il lavoro dei cavatori, dei tagliatori di tufo e dei carrettieri. I grandi sprofondamenti nel terreno, nel rione Sant'Anna e nella campagna vicina sono diventati ormai contenitori di giardini ed orti, a riparo dei venti e racchiudono una splendida vita ipogea, protetta dalle pareti di pietra tufacea e nascosta agli occhi del passante che, dovrà appositamente andare alla ricerca per scoprire la loro bellezza. Le incredibili architetture, quasi torri e possenti colonne scavate nella roccia tufacea nella zona Cavallo e di Cala Rossa, creano un paesaggio innaturale di straordinaria suggestione. Le grandi gallerie scavate per centinaia di metri, si aprono come bocche enormi, buie e silenziose, nelle pareti rocciose che si affacciano sullo splendido mare di Cala Rossa.  

  Entrando nel porto essa mostra ai turisti l'esempio imponente di archeologia Industriale, che fu e la resero famosa nel XIX sec., con la lavorazione e l'inscatolamento del pesce e non solo tonno (strutture ora in stato di abbandono di proprietà della Regione).  Poco lontano, nell'isoletta di Formica, un'altra tonnara (restaurata e mantenuta egregiamente da privati) che ne occupa l'intera superficie, sta a testimoniare la copiosità della pesca in passato e l'importanza delle attività ad esse legate.

  Porto turistico, a sinistra il Palazzo Florio, ed a destra ricovero imbarcazioni tonnara.                 Ph. DLG.62

     La trasformazione del piccolo borgo di tipo medioevale nell'attuale aspetto quasi moderno, si deve al Pallavicini ed ai Florio.  Da notare il Palazzo Florio (1876 stile liberty) ora Palazzo Comunale, opera dell'Architetto Almeyda, il Forte San Giacomo in atto Carcere Penitenziario, il Forte Santa Caterina, edificato da Ruggero II il Normanno nel XII sec. ampliato e fortificato nel XVII sec. dagli Spagnoli, sulla vetta omonima ad un'altezza di (314 mt. s.l.m.) sovrasta l'abitato e l'isola tutta, in atto zona militare in stato di abbandono.   Ma per conoscere ed apprezzare le bellezze naturali dell'Isola e i colori meravigliosi del mare che la circonda, bisogna uscire dal Borgo ed avventurarsi lungo il perimetro esterno dell'Isola con le alte scogliere, le calette e gli isolotti.

  Corso Vitt. Emanuele anni 60  Una delle numerose, ora in disuso, cave di tufo (cantuni)

  Tramite strade, in parte asfaltate si può raggiungere il Lido Burrone, Cala Azzurra, Cala Rossa, Calamoni, Cala Rotonda, Grotta Perciata, Cala Stornello protetta dai piccoli isolotti del Preveto (chi la sorvola in aereo, può notare la sorprendente forma di coniglio), Galera, e Galeotta, ed altre piccole spiaggette poco accessibili.  Di fronte al porto si possono raggiungere le Grotte, cavità naturali raggiungibili solo in barca.

  La natura anche se trasformata dall'uomo vi ostenta tutta la sua naturale bellezza. Vaste estensioni sono ricoperte da Cardi, belli per i suoi fiori ma fastidiosi per le loro spine, Fichidindia, Zabbare (Agave) che con steli altissimi danno al paesaggio un fascino particolare, Capperi, odore di erbe aromatiche: salvia, rosmarino, origano, timo ecc... .  Nelle cosiddette chiuse pascolano bovini e ovini, nelle cave pochi anziani coltivano ortaggi.

  Nei molti  Ristoranti e Trattorie si possono gustare piatti tipici, tra cui il famoso Cous Cous  / Cuscus / Kuskus con zuppa di pesce fresco, ed inoltre tonno, mosciame, lattume ecc. .

  Il clima e quello caldo umido e arido della Sicilia Occ. , mitigato dal mare, piogge non sufficienti e solo nei mesi invernali.

2000 © A.  Di Lallo

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